associazione d'idee onlus grosseto
Lettera a IL TIRRENO
LETTERA
SPEDITA AL "TIRRENO" MERCOLEDI' 9 NOVEMBRE 2011 IL QUALE QUOTIDIANO HA
DECISO DI NON PUBBLICARE - "IL TIRRENO" IN QUESTE SETTIMANE HA LANCIATO
UNA CAMPAGNA DI DIFFAMAZIONE NEI CONFRONTI DI CHI OPERA A FAVORE DEGLI
ANIMALI A GROSSETO CON ARTICOLI E FOTO STRUMENTALI OLTRE AD UNA SERIE
DI INIZIATIVE CHE NON ESITO A DEFINIRE DEMENZIALI SULLE PAGINE DELLA
CRONACA LOCALE DOVE SI PRESENTANO I CACCIATORI COME "BRAVE GENTE".
CARI GROSSETANI, "IL TIRRENO" VI CONSIDERA DEGLI EBETI INCAPACI DI DISCERNERE IL FALSO DAL VERO, BOICOTTIAMOLI.
Ho deciso di scrivere queste due righe ad un quotidiano che, nei suoi
agiti e nella scelta di linee editoriali, non dà corpo ad una modalità
idealmente condivisibile di fare informazione, ma che per diffusione e
popolarità nella città di Grosseto, detiene comunque un suo grado di
autorevolezza.
In questa istanza mi riferisco alle pagine con le
quali il vostro quotidiano fa omaggio all’attività venatoria, o meglio,
all’esaltazione con la quale si mostrano foto di animali ammazzati,
tenuti per le orecchie in posizioni che oso definire oscene, accanto a
compiaciuti cacciatori, bei titoloni che connotano questi ceffi in
maniera bonaria, quasi simpatica, al modo come avete proposto quella
triste buffonata del concorso per il più bravo cacciatore.
Ecco,
vorrei dire che questa vostra attitudine al tema, che io e tanti altri
percepiamo come il “problema”, della caccia è offensivo all’intelligenza
di molti grossetani, i quali riescono a capire le motivazioni a monte
di tanta premura verso una categoria di persone, i cacciatori, che
compie uno scempio giornaliero sulla flora e sulla fauna locale, che si
cimenta in azioni che non esito a definire di guerra contro il
territorio, che contribuisce in maniera brutale all’impoverimento dei
livelli di attenzione e solidarietà degli abitanti di questa provincia
nei confronti dei più deboli.
Spesso, e questo è sicuramente un
caso, prima nell’immaginario collettivo viziato da media opachi poi
nella efferata pratica degli atti, dei SOGGETTI con provata capacità di
soffrire diventano OGGETTI, delle cose inanimate di cui poter disporre a
seconda di inclinazioni, convenienze e appetiti.
Sono convinto che
l’operato di giornali come il vostro vada a minare la prospettiva di un
miglioramento delle relazioni tra le “specie”.
In pratica, lo
SPECISMO è l'ideologia che giustifica ed impone lo sfruttamento e l'uso
degli animali da parte degli umani, in forme che non sarebbero accettate
se le vittime fossero, appunto, umane.
I contenuti delle pagine su
quello che vergognosamente si definisce “lo sport” della caccia si
interpongono alla presa d’atto di una nozione, eticamente e
scientificamente solida tanto quanto urgente da diffondere, quella che
l’attività venatoria procura un danno indistintamente a TUTTI.
Questo l’hanno capito bene nella maggioranza degli altri paesi
occidentali, dove andarsene in giro per le campagne e per le periferie
armati di fucile, con altezzosità e spirito di distruzione alla mano NON
è consentito.
Se per assurdo il vostro giornale si fosse trovato
nell’epoca storica in cui si dibatteva sulla legalità della schiavitù,
non ho dubbi da che parte vi sareste schierati, non è esagerato infatti
credere che il parallelo tra lo “specismo” che trasuda dai vostri
articoli e concorsini sia del tutto simile al “razzismo” che,
altrettanto fieramente, animava coloro che si dedicavano al traffico e
allo sfruttamento generalizzato degli schiavi neanche duecento anni fa.
Posso dire che, anche nel caso del “sessismo” , sistema di idee che
impregnava le istituzioni di pochi decenni or sono, in questo come in
altri paesi, relegando di fatto le donne a ruoli subalterni all’uomo a
tutti i livelli del vivere civile, anche in quel caso, sono certo, che
al Tirreno sarebbe convenuto difendere gli interessi dei più forti.
Ma chi sono i più forti?
Sono una classe politica che fa lobby, un potentato che produce
risultati, influenza esiti per una minoranza ritenuta serbatoio di voti,
una entità che favorisce interessi particolari al posto del bene
comune. Una forza antidemocratica insomma.
Non vorrete mica dire che non si tratta di questo?
E’ per queste ragioni che nelle vostre pagine presentate i cacciatori
come “brava gente” – essi sono un bacino di consensi per chi foraggia le
linee editoriali da adottare nel progetto di “conservazione” del
sapere, di controllo della capacità di scelta informata che in una
comunità libera dovrebbe potersi esercitare con serenità ed efficacia.
Lo sapete meglio di me che la caccia è una pratica vile, condannata al
declino dall’evoluzione intellettuale umana, che verrà relegata tra i
capitoli più dimessi e insani tra quelle che amate ancora definire
“tradizioni popolari”.
Lo sapete che se si potesse fare un referendum, la caccia verrebbe ABOLITA.
C’è bisogno di aria nuova, di persone integre che chiamino le cose col
proprio nome, specialmente quando queste costituiscono causa di
sofferenza, morte e scherno verso creature meno fornite dal punto di
vista cognitivo ma non per questo inferiori a noi, occorre una
sensibilità nuova, per costruire piuttosto che per abbattere, una
volontà e una considerazione nuova verso l’ambiente che ci accoglie
tutti, indistintamente, esseri umani e non.
Tutti abbiamo il diritto
inalienabile di vivere l’unica esistenza di cui si dispone e di farlo
nel migliore dei modi, tutti fuggiamo dall’idea della tribolazione,
dalla fame, tutti temiamo le difficoltà che non ci permettono di
realizzare la nostra natura, il nostro destino, tutti vogliamo stare coi
nostri piccoli, in pace, senza che qualcuno, ebbro di potere e
sadicamente caricato, voglia spararci contro.
Sono questi principi così difficili da condividere?
Ho paura che a meno che non riusciate a sviluppare un pensiero critico
verso le forze che vi governano in quanto “organo di stampa”,
continuerete a riflettere, quindi a propagare, anche la parte peggiore
dell’animo umano, quello votato alla sopraffazione, alla violenza e allo
sfruttamento di chi non si può difendere, di chi non può urlare,
riscuotendo comprensione, al mondo intero il proprio terrore e la
propria angoscia, del “male” del vivere in continuità fisica con
l’animale umano, si perché guardate che è questo che noi tutti siamo,
negare il senso di appartenenza della nostra specie alla natura è il
servizio meno vantaggioso che potremmo fare ad un atteso e ulteriore
cambiamento evolutivo della nostra specie: siate umani e provate a
lavorare su questo.
In data 15 Novembre 2011 IL TIRRENO ha pubblicato stralci della lettera di cui sopra definendo la propria redazione "pluralista" per avere operato questa scelta.
RispondiEliminaIL TIRRENO pubblica pressochè ogni giorno articoli fot e aggiornamenti sulla stagione venatoria dedicando a questo argomento intere pagine di cronaca locale.
Invitiamo tutte le persone amanti degli animali e della natura a scrivere lettere critiche a IL TIRRENO, in particolare contro il loro vergognoso e incondizionato sostegno ai cacciatori, i quali sono responsabile di mattanze giornaliere di fauna, della distruzione e della contaminazione dell'ambiente, dell'abbruttimento del carattere umano.